Una fiera diversa, quella del JItac di Tokyo. Ci si aspetterebbe di trovare un’area tendenze che invece non c’è, e un allestimento in linea con le altre fiere di settore,  che invece è molto più spartano. Gli stand non hanno uno spazio vetrina. Le collezioni sono appese una accanto all’altra, senza una differenziazione specifica, se non per agenzia. Tuttavia….. dopo lo smarrimento iniziale, ci si ritrova immersi nel mare della bellezza e qualità dei tessuti, per lo più italiani, che non hanno bisogno di grosse presentazioni,  per essere apprezzati. Ed ecco i ricami di Lusi, i fil coupé di Bella Tela, i pizzi di Sophie Hallette, gli jacquard in seta di Clerici, le sete di Taroni e Ratti, le drapperie di Piacenza, i Jersey di Brugnoli, i cotoni di Taiana, i fancy di Mahlia Kent, tra le oltre 450 aziende presentate. Un estratto, dalle collezioni integrali di ogni azienda, pensato per le esigenze del mercato giapponese. Forse, un po’ più di pathos, renderebbe l’esposizione più appetibile, dando impulso alla creatività ed  enfatizzando il prodotto con la giusta cornice.

https://www.jitac.jp/en/indexe.html