La storia di Eretikos iki nasce con il sogno di una bambina innamorata dell’uomo che sussurrava ai tessuti.

Tessuti sul tavolo

Eretikos iki sono io.

Sono nata tra tessuti, forbici e aghi.

Non ricordo un tempo in cui, fin da quando ero piccola, non ci fossero abiti in lavorazione sul nostro tavolo.

Le mie nonne erano entrambe sarte.

Una, in particolare, aveva studiato a Torino, negli anni 30. A quel tempo, il sistema moda milanese non esisteva ancora. L’aristocrazia torinese dettava ancora le linee dello stile e dell’eleganza. Era una moda su misura per il cliente e sviluppata con il cliente.

I materiali usati da mia nonna per le sue creazioni, provenienti dai lanifici biellesi, dalle seterie comasche e dai cotonifici lombardi, erano eccezionali. Le rifiniture degli abiti, nonostante i semplici macchinari, erano perfette.

Quel “fatto a mano”, quel sapore artigianale che ha sempre caratterizzato il “saper fare” italiano. Un talento insito nel nostro DNA che dobbiamo, in ogni modo, proteggere e far rifiorire.

Origine di una passione.

Ricordo quando mia nonna mi portava con lei in quel posto magico da dove si poteva vedere il fiume ed abbracciare le montagne con un solo sguardo.

Era il lanificio Agnona.

Devo avere avuto 3 o 4 anni. Ero ipnotizzata da quella distesa di cappotti bianchi in alpaca.

Prima di entrare, mi faceva mettere un paio di guanti bianchi. Sapeva bene che non avrei resistito alla tentazione di passare le mie piccole mani su quei tessuti morbidi, rischiando di sporcarli.

Per me, era un mondo incantato, pieno di cose meravigliose,  che solamente qualcuno con grandi poteri magici poteva avere creato.

Un giorno successe di vedere un bel signore uscire dal portone principale dell’azienda.

Mia nonna mi disse che quello era il Mago. Era il signor Francesco Ilorini.

Un’immagine che non mi ha più abbandonata.

Evoluzione di una passione.

Trent’anni più tardi, fui assunta come junior fashion designer e assistente personale del Capo Designer di Agnona che, in quel periodo, era Sophie Philippart.

Quando entrai dal portone da cui avevo visto uscire “Il Mago”, da bambina, il mio cuore batteva così forte che temevo potessero sentirlo anche gli altri.

Per di più, l’azienda era appena stata acquistata dal Gruppo Ermenegildo Zegna, che non era un estraneo in quanto aveva contribuito a fondare le Lanerie Agnona con i soci di capitale Angelo e Aldo Zegna, insieme a Francesco Ilorini.

La doppia valenza di quelle personalità così importanti per il nostro paese, che avevano contribuito a rendere prestigioso il “Made in Italy” in tutto il mondo, amplificò la mia emozione.

Con le ginocchia tremanti, incominciai a salire il bellissimo scalone.

Mi ci volle un po’ di tempo. Infatti, i muri erano pieni di bellissime immagini che ritraevano momenti di collaborazione con i più importanti stilisti dell’epoca, oltre ad immagini di vita aziendale. Era pura creazione ispirata dalla natura e dai viaggi nelle affascinanti terre delle “Fibre Preziose”.

Incontro con l’uomo che sussurrava ai tessuti.

Un giorno mi fu chiesto di fare una ricerca nell’archivio storico dei tessuti dell’azienda, dal capo designer.

Ricordo ancora vividamente come mi sentii quando entrai nell’archivio per la prima volta. Era enorme, con migliaia di tirelle e fazzoletti di tessuti favolosi. Fui commossa da tanta bellezza.

Uno scrigno di preziosi capolavori degni dei più grandi geni della tessitura, come Anni Albers e Gunta Stölzl della Bauhaus e della odierna Malhia Kent.

Volevo imparare e quell’azienda generosa mi permise di farlo.

Non fu sempre semplice, talvolta faticoso e a volte anche scoraggiante, ma sempre incredibilmente straordinario.

Ebbi modo di respirare e nutrirmi di ogni piccolo dettaglio, in ogni campo: tessuto, maglieria, accessori, fino al total look ready-to-wear, sia nel design che nel prodotto.

Ho incontrato molti designers e creativi con diverso gusto e stile, molti professionisti, artigiani, creatori di incredibile bellezza, anche nel prodotto.

Da ciascuno di loro ho imparato qualcosa di importante e voglio dire grazie di cuore a tutti!

Barbara