In origine era la festa delle bambole. Infatti, nell’antichità, si pensava che le influenze negative e malefiche degli uomini, si potessero trasferire sulle bambole, che poi venivano gettate nei corsi d’acqua, come sacrificio, per liberarsi dalla negatività e dalla sfortuna. In epoca feudale, nacque la tradizione che, ancora oggi si è conservata, di allestire, in casa, un’esposizione di bambole finemente abbigliate (hinaningyou) con costumi tradizionali del passato, rappresentanti il matrimonio di una principessa, come buon auspicio per le figlie femmine. Sul gradino più alto, si trovano l’imperatore “Dairi” e l’imperatrice “Hina”. Alcune famiglie posseggono collezioni di prestigio che conservano, gelosamente, di generazione in generazione, riponendo le bambole in apposite scatole di legno rivestite di seta. Gli appassionati, possono ancora trovare qualche pezzo antico e raro, nelle mostre mercato che si svolgono a fine Gennaio, primi di febbraio, appositamente per l’occasione. Anche i negozi specializzati e i deparment stores, in quel periodo, allestiscono reparti dedicati, in cui si trovano bambole per ogni esigenza di spazio e di costo. L’allestimento viene fatto fin dai primi giorni di febbraio e ritirato, in fretta, subito dopo il 3 di Marzo. E’ consuetudine popolare pensare che se ci si attarda a farlo, anche il matrimonio della bambina o bambine celebrate, tarderà. Probabilmente, in passato, il significato sociale era molto sentito. L’immagine feudale della bella sposa accanto al marito, con il seguito su gradini discendenti, intendeva celebrare uno status quo che andava mantenuto. Oggi, è considerata una tradizione folcloristica e di buon auspicio. Una sorta di festa della donna. Il giorno di HINA si mangia una zuppa particolare: l’ Hamaguri Ushio-jiru. Molto semplice, a base di conchiglie Hamaguri, che simboleggia la perfezione della coppia affiatata, i cui due componenti, come due valve di una sola conchiglia, aderiscono perfettamente. Si mangia il chirashi sushi, accompagnato da amazake, un sake dolce e non alcolico. Il dolce tipico è l’ Hishimochi che viene offerto anche alle bambole, come preghiera.
Al museo d’arte Tokugawa di Nagoya, l’esposizione di bambole appartenute a varie principesse della dinastia Owari Tokugawa, lascia stupiti per la ricchezza dei materiali utilizzati e la delicata lavorazione, simbolo di una famiglia di altissimo rango. Colpisce, soprattutto, la raffinatezza dei costumi delle bambole, realizzati con tessuti e passamanerie preziose, e la fedele riproduzione, miniaturizzata, del corredo nuziale di Lady Sachigimi, il più grande in Giappone, di cui è esposto anche l’originale, fino al 9 di Aprile. Sachigimi (1820-1840), figlia adottiva dell’aristocratica famiglia Konoe, nel 1836, sposò un membro della famiglia Tokugawa, da cui prese i natali il primo Shogun, Tokugawa Ieasu. Durante il suo spostamento da Kyoto ad Edo, il suo seguito, il cui splendore fu persino descritto in alcune canzoni popolari dell’epoca, contava 700 persone. Il corredo è costituito da circa 80 pezzi di grosse dimensioni, come portantine e scaffali, così come da 120 bambole, del perido Meiji, Taisho e Showa, con relativo equipaggiamento. Realizzato in brillante lacca Maki-e, tutto il corredo riporta entrambi gli stemmi delle famiglie Konoe e Tokugawa, oltre al fiore di crisantemo, che è un fortunato simbolo di longevità.
Un incredibile capolavoro che ricrea la magnificenza del matrimonio di un grande Daimyo. Da vedere!
Nella cittadina di Fukuroi, in provincia di Shizuoka, nel bellissimo tempio Kasuisai, un allestimento di 1200 bambole su 32 gradini, il più grande in Giappone, lascia senza fiato. Nei corridoi del tempio, bambole di diversi periodi storici e diversa fattura, incantano con i tessuti e le rifiniture di pregio, stagliandosi contro il panorama del meraviglioso giardino. Interessante il progetto “Mawajiyuu Hinamatsuri” con un centinaio di luoghi, sparsi in tutta la città, dove ammirare, provare ed assaggiare tutto ciò che è relativo ad Hinamatsuri. L’esposizione è visibile dai primi di gennaio al 31 di Marzo. Un evento affascinante per chiunque, in special modo per gli appassionati di tessuti e costumi, a cui non basteranno ore per contemplare la rarità dei materiali e la sapiente confezione.
Un luogo, un momento che parla una sola lingua: IKI!